mercoledì 27 agosto 2014

Oddee

Stranezze: il mondo ne è pieno.
Basta davvero poco per scovarne qualcuna.
È sufficiente uscire di casa e prima o poi almeno una la si trova.
Una stranezza spesso è tale solo per chi la vede.
Per chi ne è il responsabile, invece, potrebbe essere solo un'usanza o parte del proprio bagaglio culturale o del proprio paese.
Alle volte invece è una caratteristica peculiare di un unico individuo.
Altre volte ancora diventa una moda e tutti la imitano.
La stranezza caratterizza non solo la nostra vita ma a volte anche la nostra morte come nel caso dei Darwin Awards.
Comunque sia ogni giorno il popolo degli internauti ne scova di nuove e se volete restare al passo con le stranezze c'è un solo posto dove andare: Oddee.

Il sito raccoglie le curiosità da ogni angolo del mondo e ve ne serve di nuove ogni giorno.
Comodi link legati ad un soggetto specifico portano ad altre pagine sul medesimo soggetto e così via fino a saziare la vostra voglia di scoprire.
Se siete al lavoro non preoccupatevi! Il sito, prima di farvi aprire gallerie con foto o soggetti non adatti ad un ambiente lavorativo, ve lo segnala con una scritta NSFW +18 (Non Suitable For Work).

Preparatevi ad essere stupiti, ammaliati o magari anche disgustati.

Jean Michel Jarre – Oxygène

Mi trovo seduto su una panca di fronte agli spogliatoi del campetto da calcio Antonio Alfonsi in via Luigi Stefanini a Padova.
Fa caldo e io ne soffro un po', non ci sono abituato.
Sto mangiando un panino e bevendo una birra in attesa dell'evento che mi ha portato qui stasera.
A breve infatti mi lascerò questo campo da calcio alle spalle per entrare in uno più grande: lo stadio Euganeo.
È il 26 Luglio 2013 e il concerto è quello di Roger Waters: The Wall Live.
Non sono solo ma siamo venuti in 4 per assistere a questo evento musicale e non c'è niente di meglio che condividere una emozione come questa con qualcuno che come te ama la musica.


No, non sto scrivendo il post sbagliato anche se così può sembrare.
Infatti prima, di diventare un tutt'uno con altri 40000 spettatori, c'è un momento solo mio che mi distoglie da questo evento e che mi serve per introdurre il post.


C'è una radio che vicino a me, vicino a quella panca e a quello spogliatoio, vicino a quelle persone in fila per un drink e un panino, vicino a quel campetto trasformato in parcheggio per il concerto.
Quella radio sta passando una canzone, o meglio una musica.
Non ci sono parole.
È un ricordo lontano, molto lontano, che va indietro nel tempo fino alle interminabili giornate d'estate.
Lontano come i pomeriggi passati a guardare Bim Bum Bam e ad ascoltare la radio mentre giocavo coi Lego.
Lontano e un po' offuscato dalla mia maturità musicale di oggi.
Tuttavia anche se lontano non voglio scacciarlo e anzi desidero che quelle 4 o 5 note che si ripetono al sintetizzatore tornino a far parte del mio IO di oggi.
Allora aspetto.
Aspetto la fine del brano e spero che il DJ, chiunque esso sia, dica il nome della canzone ma non accade.
Sfuma così il mio desiderio di ricollegarmi ad un pezzo del mio passato.


Tuttavia un paio di settimane dopo mi tornano in testa quelle note e decido, in maniera quasi infantile di provare a fare una cosa: cantarle.
L'idea rasenta l'idiozia ma forse può funzionare.
Con l'aiuto di una App per Android che si chiama Sound Hound voglio vedere se riesco a trovare chi si nasconde dietro a questo brano di cui non conosco ne nome ne artista.
Faccio partire il programma e mentre lui cerca di identificare una canzone nei suoni che riceve dal microfono del cellulare, io inizio a fare una serie di suoni nasali tipo uhm, uhm... cercando di seguire i tempi e le tonalità del pezzo musicale.
Insuccesso. Non trova nulla.
Non mi do per vinto ed ecco che a furia di insistere arrivano i primi risultati. Non centrano niente... Cantanti stranieri mai sentiti prima e la canzone comunque non ha niente a che fare con quello che io ho in testa.
Insito e per altre 3 volte niente.
Infine decido di scandire e accentuare di più il verso che faccio col naso.
Attendo i risultati e il secondo di essi, non so perché, ma mi ispira confidenza: Jean Michel Jarre – Oxygène Part IV.
Ho la sensazione che ci siamo e infatti come faccio play su You Tube ecco scoperto l'arcano!
Si tratta proprio del musicista francese.
Oxygène è un album di fama mondiale uscito nel 1976 e con al sua attivo ben 12 milioni di copie vendute.
12 milioni e una visto che l'ho comprato subito su Amazon.
La copertina è un cult per gli appassionati di musica.
Si vede il nostro pianeta con la crosta terrestre sollevata a scoprire un cranio.



Voglio sapere tutto e così leggo su Wikipedia.
Scopro che Jean è un piccolo talento avendo creato l'intero album che lo ha posizionato saldamente nell'Olimpo della musica in uno studio improvvisato in casa sua.
Non solo ma detiene anche il record nel Guinness dei Primati per aver avuto la più grande audience mai registrata in un concerto all'aperto con oltre un milione di spettatore a Place de La Concorde a Parigi nel 1979.
Inoltre l'album è ancor oggi l'album francese più venduto al mondo.
Sono felice della mia scoperta e devo ammettere che anche se questo tipo di musica non è stato in passato uno dei miei favoriti, con Jarre ho aperto un nuovo filone legato alla musica elettronica.



È inutile dirlo ma da una sera importante come quella del concerto di Roger Waters, non poteva che scaturire una connessione con qualcosa di decisamente buono.



lunedì 25 agosto 2014

La casa su Wade Avenue

Oggi un'amica mi ha passato un link molto interessante due motivi.
Il primo è la creativa ingenuità dell'uomo e il secondo è quello strascico di passione lasciatomi dai miei studi verso strutture funzionali e esteticamente integrate.
Paroloni!
In realtà l'idea del comune di Raleigh negli Stati Uniti è innovativa e piacevole.
Dovendo costruire una stazione di pompaggio dell'acqua per superare un dislivello e dovendola erigere in una zona residenziale, hanno pensato di creare una struttura finta allo scopo di nascondere gli ingombranti e rumorosi macchinari dalla vista del pubblico.
La casa di per se sembra legittima ma solo guardando nel dettaglio si capisce che non è una vera casa e a dircelo sono le finte finestre, la mancanza di una stradina d'accesso e nessuna luce la notte.
Tuttavia mi ha colpito davvero vedere come basta poco per dare ad una struttura industriale una collocazione al di fuori dal suo standard.
A questo proposito suggerisco di dare un occhiata su Google Maps anche ai finti appartamenti al numero 23 e 24 di LeinsterTerrace in Bayswater, Londra, dove per far spazio alla costruzione della metro sono stati sventrati due palazzi ma hanno mantenuto la facciata.
Se passate dalla capitale Inglese fateci un salto.

Nel frattemo siamo entriamo nella casa su Wade Avenue.




Dave Brubeck Quartet - Take Five

Quante volte capita di sentire la colonna sonora di un film e dire: questa canzone l'ho sentita già mille volte!
Beh ieri era uno di quei giorni.
Stavo guardando , come ormai faccio da un paio di settimane, uno dei film di Woody Allen in cui lui è anche attore.
La scelta di ieri sera era “Misterioso omicidio a Manhattan”.
Proprio all'inizio del film (che non voglio raccontare per non rovinarlo a chi lo deve vedere) c'era una scena in cui Allen e altri 3 attori erano attorno ad un tavolo a parlare e proprio in quel momento, mentre parlano animatamente, parte un riff di questa musica che fra l'altro avevo già sentito in “La dea dell'amore” mentre lui e sua moglie viaggiano in macchina alla volta della casa sulla spiaggia di un amico di lei.
Come identificare una canzone senza parole?
La risposta me l'aveva già data Jean Michel Jarre quando cercai, con un metodo assurdo, di scoprire come si chiamava la sua canzone, successo mondiale, che sentivo spesso alla radio: Oxygene Part 4.

Ieri per fortuna non ho dovuto ricorrere a questo metodo ma mi è bastato aspettare che la musica passasse senza che nessuno dicesse nulla e mettere il cellulare abbastanza vicino alle casse e in un paio di secondi ecco “Dave Brubeck Quartet - Take Five”.
Il brano scritto da Paul Desmond si chiama così perchè è stato il primo brano di musica Jazz in 5/4 ad avere successo commerciale lasciando anche ampio spazio alla batteria che prima serviva solo per accompagnamento.
Maggiori info come sempre sul Wiki.
Ad ogni modo, ieri sera, affascinato da una nuova scoperta e rilassato da questo album jazz, l'ho comprato e aggiunto alla mia collezione e oggi lo condivido con voi.

Buon ascolto e buona scoperta di un brano famoso del quale ora sapete anche il nome.


Artificial Owl



Si racconta spesso di città o paesi abbandonati a causa di chissà quale cataclisma e lasciati a se stessi quasi come in una capsula del tempo.
Luoghi in cui l'uomo si è dato da fare in maniera industriosa per creare qualcosa di nuovo ma poi ha gettato la spugna o ha dovuto arrendersi per cause di forza maggiore.
Luoghi dal nome di Prypiat, divenuta una città fantasma dopo l'esplosione del vicino reattore di Chernobyl.

Esistono anche oggetti come navi o velivoli fatti dall'uomo che una volta adempiuto il loro scopo vengono abbandonati a se stessi diventando una testimonianza del suo passaggio come gli aerei alla AMARC in Tucson, Arizona.
Che di luogo o oggetto si tratti, c'è sempre una storia a loro legata che vale la pena di raccontare o semplicemente ci stuzzica saperla.

Se queste sono le premesse con le quali vi va di passare un po' di tempo su Internet allora ecco il sito che fa per voi: Artificial Owl.

Che si tratti di città, basi segrete delle guerra fredda, cimiteri di veicoli, navi abbandonate e affini, qui troverete abbastanza materiale per passare delle ore e magari scoprire qualcosa di cui ignoravate l'esistenza proprio dietro casa.

Robocop (2014)

Robocop – 2014

Essendo un inguaribile romantico ho sperato fino alla fine che si potesse vedere un po' di più del ritorno di Alex Murphy alla vita normale ma le mie alte aspettative mi hanno nuovamente deluso.
Daltronde è anche giusto che sia così.
Infatti non è di una commedia romantica di cui stiamo parlando ma di Robocop (versione 2014).



La pellicola remake del celebre film degli anni 80 è stata rivisitata in chiave moderna dal regista brasiliano José Padilha.
Padilha ha alle spalle un paio di film d'azione, Tropa de elite (Elite Squad) e Tropa de elite 2 il primo dei quali ha ricevuto diversi premi della critica.
Questo si riflette nella nel film nelle sue azioni militari che in momenti diversi fanno da scenario a quello che accade.
Questo differisce non poco dal primo Robocop in cui i combattimenti erano esclusivi fra l'uomo-robot e la malavita di Detroit.



Ma era anche il 1987 e il regista all'epoca era l'olandese Paul Verhoeven che pur vantando film d'azione come Starship Troopers e Atto di Forza, ha diretto anche Showgirls e Basic Instinct.

Tuttavia la mia recensione di questa nuova versione del film è positiva.
Mi è piaciuto molto l'approccio della Diretta Televisiva presente in alcuni momenti del film perché mi ci rispecchio e nella società moderna, quella del controllo mediatico, è una realtà più che mai assodata così come la sua influenza nella nostra vita di tutti i giorni.
La scelta di Samule L Jackson nei panni di mattatore televisivo è stata una scelta azzeccata
Ho trovato anche spunti interessanti come ad esempio il dilemma su come la società si interfaccia con la presenza di robot al posto degli uomini a ricoprire determinati ruoli. Tematica fra l'altro già presente in realtà come quella del film Io Robot.
In questo film questa chiave di lettura è molto più marcata che nel film del 1987.
L'altra scoperta interessante è lo spazio extra dedicato alla famiglia dell'agente Murphy.
Abbiamo più possibilità di vedere l'intimità del focolare domestico che aiuta a creare un legame ancora più profondo con Alex prima che diventi meccanico e possiamo anche vedere cosa vuol dire lasciare la propria casa come un uomo e ritornarci come una macchina.
Altra scelta felice quella di dare ad Alex un partner poliziotto maschile e lasciare i sentimenti alla moglie così da creare situazioni ben distinte nelle due fasi del film.
Si vede infine che è stata molto pensata e curata nel dettaglio l'immagine di questa Detroit futuristica ma al contempo sempre con gli scorci sui sobborghi con gli edifici che sono a noi familiari.

D'altro canto secondo me ci sono alcune pecche.
Il personaggio del professor Norton interpretato da Gary Oldman è il classico individuo combattuto fra bene e male che però è troppo rapido nel cambiare bandiera.
Dapprima legato molto ai suoi ideali etici e morali, ci mette ben poco ad essere addomesticato dal CEO della OmniCorp, interpretato da Michael Keaton e a diventare un burattino che quando si risveglia finisce poi con grossi scrupoli morali che avrebbe fatto meglio a farsi venire prima ancora di cominciare.
L'importanza del legame della famiglia è proprio quello che secondo me avrebbe potuto essere ampliato per capire ancora di più la privazione del proprio corpo.
In parte questo viene esaminato come argomento quando Alex è senza la corazza di Robocop, ma mi ha comunque lasciato la voglia di saperne di più.
Voglia troncata dal fatto che giustamente è e rimane un film d'azione.
Infine credo che la parte poliziesca con i grandi complotti da indagare e svelare è stata ridotta all'osso proprio per far spazio all'azione.
Tutti confessano in 4 secondi netti e trovare il cattivo è facile come andare al bar e ordinare un espresso il che rende tutto un po' troppo semplice.

In conclusione Robocop è un bel film ed è difficile paragonarlo all'originale perché son passati tanti anni, il mondo è diverso così come diverse sono le persone che vanno al cinema e quello che ci si aspetta.
Vale la pena vederlo e suggerisco a chi non lo ha ancora visto di farlo.
Tuttavia mi è mancata la scenda finale del film originale con Dick Jones,il cattivo della OCP, che vola dalla finestra dell'ultimo piano del del grattacielo.
Quelle sue braccia sproporzionate da quegli effetti speciali targati anni 80 mi hanno sempre fatto sorridere!




giovedì 21 agosto 2014

Coldplay - The Scientist

Nel 2003 andando al lavoro in macchina con degli amici sento per la prima volta Yellow.
Non dico che è amore a prima vista ma siccome oltre a questa canzone , nel lettore CD dell'autoradio c'è tutto l'album Parachutes, trovo che i Coldplay sono una piacevole scoperta e, qualche week end dopo, in un HMV, mi compro il suddetto CD.
Lo ascolto spesso, anche in camera mia mentre gioco al PC o leggo.
All'epoca leggevo qualche sparuto libro ma soprattutto lettere dall'Italia che ancora conservo gelosamente sia nel cuore che in un cassetto.
Quel CD dei Coldplay ne ha viste davvero tante e in alcuni video che mi hanno fatto in macchina mentre guidavo, si possono sentire spesso come colonna sonora.
Dopo quell'album però non sono stato un grande fan.
Infatti non li ho più seguiti per tanti anni finché non usci “Talk” .
Tuttavia una volta visto il video col Robot Gigante il mio interesse si è di nuovo spento.
Un mio collega però, nel lontano 2010, ha riacceso di nuovo la fiamma quando mi ha detto “Hai visto il video di The Scientist?".
Non conoscevo ne la canzone ne di cosa potesse esserci di speciale in questo video.
Beh per farla breve mi son messo a guardarlo e secondo dopo secondo ho assaporato ogni attimo sempre più curioso di capire dove stavo andando.
Si perché anche se a ritroso, questo è un viaggio non solo per il protagonista ma anche per noi stessi.
Un viaggio interiore che spesso facciamo quando ci diciamo “Se solo potessi tornare indietro”.
Prima di lasciare spazio alle immagini devo ammettere che quando ho visto il mini documentario-intervista sul video ho dovuto dare tanto di cappello al cantante Chris Martin per aver imparato tutto il testo della canzone al contrario.


La prima volta che MI sento

Una nuova aggiunta per il Jewel Box.
Oggi voglio portare all'attenzione questo video che mi ha davvero aperto il cuore e lo ha riempito di tutto quello che c'e' di buono nel mondo.
Sarah Churman e' la protagonista di questo video che ad oggi è stato visto da 17 milioni di persone.
Non c'è molto da dire perché il bello di questo video è la sua semplicità.
A 29 anni, Sarah, è riuscita ad ascoltare per la prima volta il suono della sua voce tramite un dispositivo per non udenti della  Envoy Medical.
Nient'altro da aggiungere perciò lascio la parola alla protagonista.


Star Wars Flashmob in Cologne

La prima chicca di questo Jewel Box non può non essere che legata ad un ricordo dell'infanzia per stare in tema con questo blog.
Infatti riguarda tutti quelli come me nati a cavallo fra anni 70 e 80.
Gli ingredienti per ottenere il mix perfetto sono pochi ma devono essere sapientemente mischiati.
Prendete una citta storica come Cologna, aggiungete la saga cinematografica più famosa al mondo, mescolate con cura i protagonisti della vostra flash mob in mezzo alla folla e posizionate strategicamente un trombettista che con indifferenza, guidato da un maestro,accenna le prime note di intro inconfondibile.
Il risultato è un successo!


martedì 19 agosto 2014

Andrea Bocelli - Canto della terra

Il tepore di un ricordo non diminuisce col passare degli anni.
Allo stesso modo la pelle d'oca che viene quando sentiamo una canzone che non solo ci piace ma che si associa proprio ad un momento particolare della nostra vista, ci porta in quello stato di pace interiore per qualche secondo.
In quel momento possiamo dimenticare tutto e lasciarci portare nel mare delle memorie cavalcando le creste dei sorrisi , di occhi innamorati o delle parole sussurrate.
Il mio regalo di compleanno di qualche anno fa comprendeva questa canzone che a ancora oggi mi da i brividi e mi ricorda che sono più vecchio di allora ma non meno capace di ascoltare ancora quello che il mio cuore ha ancora bda dire.
Per voi: Andrea Bocelli - Canto della terra


World Of Tanks (2011)




Nei miei week end da bambino coi miei genitori facevamo spesso un giro per le nostre colline e ogni tanto finivamo al Tempio della Fraternità.
Non appena arrivati andavo subito vicino al mastodontico veicolo parcheggiato nel piazzale sul lato della chiesa.
Il gigante verde altro non era che un M7 Sexton, un'artiglieria mobile della seconda guerra mondiale.
La sensazione di potere che io e mio fratello provavamo quando ci mettevamo rispettivamente al posto di guida e a quello del cannoniere era indescrivibile.
Combattendo nemici immaginari passavamo ore su quel mezzo.

Inutile dire che quando nel 1995 la casa di videogiochi californiana NOVALOGIC lancia sul mercato Armored Fist fui fra i primi ad acquistarlo.
Il gioco fu uno dei primi simulatori di carri armati in cui, al comando di un gruppo di 4 o 8 veicoli corazzati americani (M1 Abrams, M2 Bradley) se ne combattevano altrettanti dell'unione sovietica in ipotetiche missioni della guerra fredda.
Ore ed ore passate a vedere questi giganteschi pixel illuminarsi di esplosioni.
A catena comprai anche Armored Fist 2 e infine Armored Fist 3, terzo ed ultimo capitolo della saga.
Da allora ho seguito altri titoli famosi nel campo dei simulatori come ad esempio Comanche, (simulatore di elicotteri sempre della Novalogic,oppure Silent Hunter, simulatore di sommergibili della seconda guerra mondiale della Ubisoft.
Tuttavia negli anni i miei tentativi di rigiocare ad armored fist sono falliti a causa della scarsissima grafica dell'epoca che poco si interfacciava con le ultime schede video.
Cosi negli anni il mondo dei carri armati è finito nel cassetto.

Nell'Aprile 2011, in Europa, arriva World Of tanks della Wargaming.net.
A fine anno venni a sapere del gioco e mi registrai, per curiosità, sul sito per giocare a questo simulatore di carri della prima metà del 20esimo secolo.
Era difficile per me ritrovare quella vena ludica persa e appasionarmici ma ammetto che, spinto dalla curiosità, installai il programma.
La cosa peculiare di World Of Tanks era che il gioco era gratuito, scaricabile da internet e online con migliaia di altri giocatori.
Mi lancio in battaglia e dopo 2 minuti vengo fatto fuori da un nemico invisibile e solo allora mi accorgo che io stesso no vedo il mio carro.
Deluso non mi sono mai più ricollegato e , dopo quell'unica battaglia, pensai che fosse una cazzatina di gioco che nemmeno era compatibile con la mia scheda grafica (all'epoca una Nvidia GeForce 8800 GT).

Due recenti episodi mi han fatto tornare sui miei passi con estremo piacere.
Prima di tutto ho visto un mio amico giocarci e dirmi che è davvero spassoso e non richiede troppo sbattimento per diventare discreto.
Inoltre quasi un mese e mezzo fa Olivier (amico e collega) mi dici che un suo amico, Erik, sta cercando lavoro proprio dentro Wargaming.Net ed è un appassionato di storia. Inoltre è anche un buon giocatore e vorrebbe sapere se una sera ci colleghiamo per una partitella.
Ero restio a collegarmi di nuovo perché ho avuto sempre paura di finire a giocare con il classico giocatore incallito che vive tutto il giorno sul pc a giocare e , se non sei bravo come lui te la mena.
Pensavo anche che in questi giochi online c'è chi gioca cosi tanto che è impossibile fare il giocatore occasionale.
Ad ogni modo una sera mi collego e comincio a giocare in previsione della partita con l'amico di Olivier.
Reinstallo il gioco e innanzitutto noto che vedo i carri alleati e nemici e preso dalla mia prima vittoria mi lancio con rinnovata passione nel gioco.
A fine sera ero già assuefatto.



Infatti non mi ero nemmeno accorto che la mezzanotte era passata da un po' quando finisco la mia ultima battaglia.
Quanche sera dopo mi collego con Olivier e giochiamo assieme e onestamente li per li avrei preferito che continuassimo solo noi due a giocare perché avevo ancora timore che Erik si rivelasse essere troppo bravo e io fossi troppo patetico.
Tuttavia quando ci colleghiamo con Skype tutti e tre in chat scopro che Erik è davvero un ragazzo alla mano e scopro anche che per essere un principiante, le mie statistiche non sono pessime stando a quello che dice lui.
Detto ciò ci lanciamo in una serie di scontri e ben presto con Erik entro in sintonia con lui.
I giorni successivi infatti mi collego ogni sera dopo il lavoro e qualche giorno dopo Betrand (amico di mille avventure) si unisce alla squadra.
E cosi, quasi ogni sera da quando abbiamo cominciato, ci siamo trovati a giocare assieme.

Ieri sera abbiamo raggiunto l'apice della passione e Erik ha deciso di fondare un clan e sia io che Betrand, abbiamo preso la palla al balzo.
Dopo una sessione di brainstorming ci siamo trovati con un nome, un acronimo, un motto e un logo.
Lo so che sembra una cazzatina e la è , però ieri sera ammetto che ci siamo davvero fatti 4 risate e come dei ragazzini abbiamo fatto tardi giocando con un videogame.
Mi tornano alla mente i pomeriggi passati col Commodore 64 e 3 o 4 amici a giocare a turni.
Ad ogni modo quando accanto al mio nome utente è comparso come acronimo USAW (UnitedSloth Army Warriors) mi son sentito parte di un gruppo di amici come quando si veniva scelti fra i primi per le partite a pallone al campetto.

Parlando del gioco nello specifico devo dire che Wargaming.Net ha davvero dato prova di sapere cosa la gente vuole e di adattarsi meglio di molte altre software house alle esigenze del suo pubblico cosa da cui molti dovrebbero imparare (es. Blizzard con Diablo 3).
Il gioco è totalmente gratis. Nessun costo nascosto.
Inoltre, anche se il gioco ha due diversi tipi di “valuta” non necessariamente escludono i giocatori dal divertimento.
Nella fattispecie giocando con un account normale (Standard Account) si guadagnano, dopo ogni battaglia, punti esperienza e crediti per comprare aggiornamenti, riparare il carro e comprare miglioramenti.
Questa forma di monetizzazione si chiama Argento e come simbolo ha per l'appunto una pila di monete verosimilmente argentee.
L'altra forma di monetizzazione e quella Oro con rispettiva pila di monete dello stesso colore.
Questa permette non solo di passare all'account Premium ma anche di accedere a carri speciali (non sproporzionati rispetto agli altri) , più posti nell'officina (luogo dove vengono tenuti i carri con cui si gioca) e più posti in caserma (dove si tengono i vari carristi).
Recentemente le politiche di World Of Tanks si stanno muovendo verso l'accesso ad ogni parte del gioco per tutti gli utenti inclusi quelli Standard Account.
Infatti i proiettili speciali che prima erano esclusiva dei giocatori Oro, sono adesso acquistabili anche con Argento.
Per dare una idea 30000 crediti di Oro al cambio attuale sono poco meno di 100 euro o 90 sterline.
Uno slot in officina costa 300 e un abbonamento annuale premium costa 25000.



Con esso si ha doppi punti esperienza per ogni carro su ogni battaglia.
Non male ma non fa la differenza secondo me.
L'esperienza dell'equipaggio e le scelte in merito agli aggiornamenti rendono il gioco intrigante e il fatto di doversi adattare alle mappe scelte in maniera casuale dal server fanno si che bisogna imparare a sfruttare al meglio il carro qualunque sia la situazione in cui ci si trova.
I comandi che all'inizio possono sembrare ostici diventano ben presto familiari e comandare con una mano il carro e con l'altra la torretta diventa ben presto un automatismo.
Tasti di accesso rapido permettono di chiedere aiuto e dare altre comunicazioni di base in un soffio e anche se non necessario, è possibile usare la chat interna del gioco per dare ulteriori dettagli.
Per i plotoni (gruppi fini a 3 giocatori) è possibile usare la chat vocale interna anche se preferisco Skype per non dover premere un tasto apposta per parlare.

In conclusione la parola d'ordine per questo gioco è assuefazione.
Il gioco è dinamico e non manca di intrattenere ad ogni battaglia.
Il fatto stesso che le battaglie vengano disputate fra due team di 15 carri ognuna crea dinamiche imprevedibili.
A volta la maggior parte del team sta ferma e si apposta.
Altre volte tutti all'attacco da una parte o un attacco frontale in pieno stile.
Questo rende ogni battaglia diversa dalla precedente e con ogni battaglia e ogni miglioria dell'equipaggio e e equipaggiamento si raffinano le tecniche di guerra.
Recentemente Wargaming.net si sta lanciando anche nel mondo degli aerei e delle navi.
Anche se non sembrano mondi così dinamici come quelli di World Of Tanks, gli aggiornamenti e le revisioni sono frequenti e ancora una volta l'utente avrà voce in capitolo.


Tempi duri per i giochi a pagamento che vendono sperando di campare solo con il grande titolo o la grande software house alle spalle!

Il primo post

Cosa si può scrivere sul primo post di un Blog?
Si fa un ingresso sagace e stuzzicante o uno più astratto e misterioso?
Si scarta subito un “asso” o ci si tiene le carte buone per dopo?

Il desiderio è di accattivare i lettori e allo stesso tempo di dare un po' di te, far sapere chi sei e come mai hai scritto un blog.
La voglia di comunicare è alla base del “postare online” e personalmente mi piace scrivere e raccontare di una cosa vista, fatta o vissuta.
Senza pretese di essere bravo a farlo ma allo stesso tempo col desiderio di scoprire se quel che penso lo penso solo io.

Pertanto senza indugi ti do il benvenuto al mio Blog con una frase di un vecchio saggio dal nome Deckard Cain: “Fermati un attimo e ascolta”.