giovedì 5 marzo 2015

RE-WALK

Qualche tempo fa sul Corriere leggo una news che mi ha colpito.
Non per la novità, infatti conoscevo già il dispositivo in questione, ma per il fatto che finalmente un dispositivo fatta dall'uomo per aiutare l'uomo, viene finalmente messa sotto gli occhi di tutti.
Si trattda di ReWalk, un esoscheletro che permette ai paraplegici di camminare nuovamente.
Non si tratta di un metodo spiccio di commuovere la gente con dispositivi inaccessibili ai più ma una svolta per tutti.
L'emarginazione e la frustrazione della mancanza di indipendneza che sperimenta chi ha perso l'uso delle gambe è un peso molto grave da portare che spinge ad essere ancora più isolato chi non riesce a farsene una ragione.
La cosa che più apprezzo non è soltanto la mobilità ma l'uguaglianza che si prova a parlare con una persona in piedi guardandola negli occhi.
Anche la semplicita di stringere la mano o di abbracciare quacuno non può essere sottovalutata se lo si fa da in piedi.
Tuttavia se oggi esiste ReWalk non possiamo non pensare a chi ha aperto la strada con questa tecnologia e ha cercato di sensibilizzare il fatto che la mancanza di indipenbdenza di una persona praplegica non era soltanto la mobilità ma la difficoltà di sentirtsi integrato.
Pertanto una menzione va fatta alle "standing wheelchairs".

Questa sedia a rotelle non può definirsi tale ma è stata uno dei primi tentativi di abbattere la barrierra della disuguaglianza.




Quando incontriamo una persona su sedia a rotelle per la strada, tutti intimamemte pensiamo a come ci sentiremmo noi al loro posto e forse con un po' di timore cambiamo pensiero.
Sapere che la scienza a volte viene ancora investita per migliorare la vita dell'uomo invece che complicargliela, fa pensare che forse non siamo proprio la malattia peggiore che ha questo pianeta.

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